Tong Men-g: Arlechino traduttore-traditore di due padroni

6-7 aprile 2022 

Yang è un cinese alto: 189 cm. Yang è un cinese bello.
Yang non sa chi è.
Come molti ragazzi di seconda generazione, conosce poco sia la storia della sua 'vecchia patria' che della nuova; è abitato da brandelli e macerie di identità e culture, ma obbligato a trovare nuovi equilibri e sintesi tra la cultura del luogo in cui è nato e quella di dove è cresciuto. “Sono cinese perché sono nato in Cina o italiano perché sono cresciuto in Italia?”, si domanda. A proposito di “Arle-Chino”, grazie al Yuanfen (il fato, secondo la cultura cinese) Yang ha conosciuto Ferruccio Soleri e usato proprio la sua maschera del Pantalone per l’audizione alla P. Grassi, abbandonando la Bocconi a quattro esami dalla laurea. E come “servitore” del dialogo interculturale, è stato in prima linea a Prato per sette anni grazie al progetto Compost guidato da Cristina Pezzoli. Il clown che è in lui – e che è alla base del suo essere crocevia di identità spezzate – ha spezzato a sua volta la parola italiana ‘Arlecchino’, dandogli
un nome giocoso con gli occhi a mandorla. Il pezzo finale dello spettacolo “Arle-Chino: Traduttore Traditore di due padroni” è un litigio tra i fondamentalismi culturali di cui Yang, come tante seconde generazioni in Italia e nel mondo, è oggi testimone, suo malgrado.

/public/articoli/8124/PIEGHEVOLE Shi Yang Shi Montepulciano 06-07.04.2022.pdf